Descrizione
«Tu questa città la odi, Elena» disse l’elefante «E non hai torto. Il mare che la circonda è arrabbiato, è furioso, e insieme soffre terribilmente. “Per ingoiare la terra ci ho messo un tempo lunghissimo, ma tentano ancora di sottrarmi il mio dominio!” sta dicendo adesso. Ripete le stesse parole in continuazione».
«E io cosa c’entro?»
«Tu fai in modo che la città non affondi».
Elena si sposta da una parte all’altra del mondo, vaga come mossa da un destino oscuro.
L’acqua ha sommerso buona parte delle terre conosciute, gli animali si sono pressoché estinti e tutto lascia presagire la fine della vita sul Pianeta. Ma qualcosa c’è ancora, e tutti gli esseri con cui avrà a che fare nei suoi viaggi hanno qualcosa da raccontare, esperienze che finiranno per intrecciarsi col destino di Elena, che in qualche modo sembra essere legato al destino dell’umanità e degli elementi. Elena parte da Venezia, e a Venezia torna: ma dall’incendio di una fabbrica in Turchia a una Amsterdam dai tratti onirici, da un’improvvisa chiamata alle armi alla conversazione con l’ultimo elefante vivente rimasto, i percorsi di Elena faranno affiorare i frammenti e i ricordi che narrano agli uomini la loro ultima storia.
Jacopo La Forgia, già noto al mondo del racconto e della fotografia, esordisce con un romanzo onirico, lieve e dolcemente catastrofico. Con un linguaggio asciutto e immaginifico si racconta la rinnovata Odissea di una donna, che attraversa un mondo sottilmente distopico e colmo di spunti per riflessioni attualissime.
Jacopo La Forgia (Roma, 1990) pubblica reportage fotografici; ha scritto per le riviste «Nazione Indiana», «Cadillac Magazine», «CrapulaClub», «Retabloid Fiction Issue» e compare nell’antologia Odi. Quindici declinazioni di un sentimento (effequ, 2017).
Rassegna stampa
Laura Pugno – Le Parole E Le Cose
“Materia” è ambientato in un mondo che mi ha ricordato un po’ “Il mondo senza di noi” del celebre saggio di Alan Weisman, ma anche l’appello al romanzo di Amitav Gosh ne “La grande cecità”, quando l’autore scrive che finora il romanzo sembra aver sostanzialmente eluso certi temi forti dei nostri tempi come il cambiamento climatico.
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Alessandra Fontana – La lettrice controcorrente
I temi sono centrali e devono, dovrebbero farci riflettere. La Forgia in un originale romanzo inserisce tanti spunti di riflessione, ma quello dell’ambiente a mio avviso, rimane centrale e drammaticamente reale.
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Federica Guglietta – Il lunedì dei libri
Acqua, aria, terra e fuoco. In Materia c’è tutto e anche di più: già dalle prime pagine, si è rivelata una lettura fluida e potente, in una forma che somiglia a quella di sogno, ma che quando meno ce lo si aspetta riporta il lettore saldamente con i piedi per terra.
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Maria Gaia Belli – Tropismi
Materia è un romanzo che parla di molte cose: di un’apocalisse realistica, a cui potremmo andare incontro a breve. Di paradossi economici a cui siamo così abituati, che vedendoli bianco su nero li definiamo con sorpresa distopici. Di quanto sono preziosi gli animali per la nostra vita. Di noi animali.
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Esther Fantuzzi – Satisfiction
Nella costante descrizione di cose come se fossero persone e di persone come se fossero cose, si ha l’impressione che tutto abbia un’anima, ma allo stesso tempo niente di tutto ciò abbia importanza. L’umanità non serve, o meglio, si limita ad esistere, e questo è già sufficiente, perché il mondo, in quanto natura, prosegue inesorabile.
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Mauro Maraschi – Mangialibri
Tutto è misurato e premeditato: il periodare snello, i dialoghi vividi, i raccordi che aiutano il lettore, l’assenza di riferimenti geografici o temporali, la costruzione di una memorabile eroina letteraria.
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Alessia Angelini – Il rifugio dell’Ircocervo
i paesaggi sono spesso netti e nitidi come fotografie, delineati con pennellate minimaliste ed efficaci. Una lettura piacevole, se si rinuncia all’esigenza di mettere assieme risposte rigorose.
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Domenico Nunziata – Salto.bz
La Forgia tesse una trama distopica con pochi elementi, una versione futuribile di un mondo avvolto in uno spazio brumoso.
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Daria De Pascale – Flanerì
La Forgia descrive un mondo dolcemente distopico, onirico e carico di malinconia.
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Luca Romano – Huffington Post
Materia è un libro che difficilmente si riesce a catalogare perché sconfina tra i generi e ritrova la sua identità nella cura estrema per la lingua utilizzata.
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Alessia Rossi – Svoltapagina
In questo libro dal ritmo veloce e incalzante, lo scrittore allude molto e molto spetta al lettore (ri)costruire: come l’acqua che sfugge, spesso la narrazione si fa liquida, onirica
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Martina Neglia – L’indiependente
in questa sorta di romanzo a racconti, le ultime memorie del mondo prendono vita attraverso la penna di La Forgia in modo vivido, immaginifico e denso
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Marco Renzi – Minima&Moralia
Storie di fragilità da un mondo estinto
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