Descrizione
Ma allora quante sono le percezioni errate? Quanto influiscono su scelte e opinioni? E quanto possono essere indotte da una comunicazione calcolata, non bugiarda ma scorretta?
In politica e in comunicazione non si viola l’ottavo comandamento, nessuno (o quasi) dice falsa testimonianza eppure molto spesso non c’è verità: l’inganno è solo slittato dalla bugia a un labirinto dialettico in cui l’ascoltatore si perde, smarrisce la logica e segue l’istinto, rimbalzando da un passaggio all’altro senza capire dove si trovi, né dove si trovi la società.
Questo libro tratta di artifici retorici per chiunque voglia difendersi da finzioni e fallacie, ma anche per coloro che le vogliano usare (anche se confidiamo di persuaderli a non farlo). Col definitivo affermarsi dei Social network come forma privilegiata di comunicazione, lo scambio e la dialettica si vanno inclinando e trasformando proprio in relazione al mezzo, e ogni disputa o conversazione che emerge, a disposizione di una sempre più vasta platea, è analizzabile nei suoi valori di verità, finzione, deviazione, e riconoscibile nelle sue forme tossiche, ricorrenti e contagiose.
Ecco perché avere i giusti mezzi per analizzare l’immensa quantità di narrazioni che quotidianamente ci troviamo davanti è non solo utile, ma in qualche modo vitale. Ed ecco perché in coda al libro c’è anche un comodo prontuario riassuntivo, da consultare ogni qualvolta se ne senta l’urgenza.
Roberta Covelli è nata nel 1992 in provincia di Milano. Si è laureata in giurisprudenza con una tesi su Danilo Dolci e il diritto al lavoro, grazie alla quale ha vinto il premio Angiolino Acquisti Cultura della Pace e il premio Matteotti, e ha proseguito gli studi con il dottorato di ricerca in diritto del lavoro, studiando cooperative, imprese recuperate e beni comuni. Scrive per «Slow News», «Fanpage» e «Valigia Blu». È autrice del saggio Potere forte. Attualità della nonviolenza (effequ, 2019) e del racconto “L’eccezione e la regola” in Circospetti ci muoviamo (effequ, 2021).